Tra poco ciascuna e ciascuno di noi avrà in tasca la nuova tessera, la tessera del 2010 della Fgci.
Inutile sottolineare che sarà un anno cruciale, quello di costruzione della Federazione dei comunisti e della sinistra e anche quello della costruzione di percorsi unitari, speriamo i più rapidi e concreti possibili, con i Giovani comunisti.
Una tessera che mai come quest'anno è la nostra carta d'identità, che rende chiara ed evidente la nostra scelta strategica di internità alle lotte.



Siamo stati a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dei call center del gruppo Omega a Roma, a Novara, a Bologna, siamo in queste ore a fianco dei lavoratori dell'Alcoa in Sardegna, a fianco dei precari della scuola, abbiamo attraversato da protagonisti le piazze degli studenti il 17 novembre, rimettendo in circolo l'idea che si può se non avanzare, almeno difendersi da questa crisi e dall'arroganza padronale attraverso lotte collettive, che ci possiamo riprendere il futuro senza scendere a compromessi e gridando forte la nostra rabbia. Siamo convinti dunque, anche per la scelta di raffigurare gli operai sui tetti con le bandiere rosse, che le ragazze e i ragazzi con cui abbiamo organizzato le lotte in queste settimane sentiranno questa tessera come la rappresentazione delle loro istanze.
Abbiamo accostato alla costruzione del conflitto un'idea diversa di società, siamo convinti che il socialismo del nostro secolo debba trovare linfa vitale da questi percorsi, arricchirsi della partecipazione attiva dei soggetti del cambiamento.
Le nostre ragioni, che negli ultimi 20 anni sono state bollate come anacronistiche, almeno nel senso comune, stanno ritrovando uno spazio nel quale vivere, un mare nel quale nuotare, che dobbiamo fare in modo diventi sempre più ampio.
Facciamo vivere dunque la campagna del tesseramento 2010 nei luoghi di studio, del lavoro precario, dell'aggregazione giovanile, spiegando che iscriversi alla Fgci è un atto utile a far sentire la propria voce nel rumore assordante del pensiero unico, ad affermare le proprie ragioni di studente che chiede il diritto ad un'istruzione accessibile e ad un futuro certo, di lavoratore precario che chiede salario e stabilità, in una frase iscriversi alla Fgci vuol dire organizzare la propria rabbia verso questo mondo e questa Italia che non ci piacciono e, molto più modestamente, un contributo all'unità delle forze comuniste.
Sforziamoci, dunque, di non avvicinarci al tesseramento come ad un atto burocratico che inevitabilmente si ripete ogni anno, ma di viverlo come l'occasione di crescere e raggiungere nuove compagne e compagni.
Un nuovo assalto al cielo è possibile abbiamo scritto sulle nostre tessere, cercando di interpretare sino in fondo la semantica di lotta che si è definita quest'autunno, e di collocarla nel solco delle battaglie globali al liberismo, delle quali, da comunisti, abbiamo fatto parte.

Flavio Arzarello, Coordinatore Nazionale FGCI