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PRESENTAZIONE ORDINE DEL GIORNO DA PARTE DEL CONSIGLIERE COMUNALE ANGELO MINENNA SULLA REGIONE SALENTO

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080910

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PRESENTAZIONE ORDINE DEL GIORNO DA PARTE DEL CONSIGLIERE COMUNALE ANGELO MINENNA SULLA REGIONE SALENTO Empty PRESENTAZIONE ORDINE DEL GIORNO DA PARTE DEL CONSIGLIERE COMUNALE ANGELO MINENNA SULLA REGIONE SALENTO




Partito dei Comunisti Italiani – Federazione della Sinistra (PdCI – FdS)
Sezione di Ugento
Il Consigliere Comunale


Al Presidente del Consiglio Comunale sign. Biagio Marchese
Al Presidente della I Commissione Consiliare Permanente “Statuto, Regolamenti, Decentramento, Partecipazione e Affari Generali” sign. Enzo Giovanni Congedi
Ai Capogruppo Consiliari
e p.c.
Al Sindaco del Comune di Ugento on.le Eugenio Ozza
LORO SEDI

Oggetto: Presentazione per successivo esame ed approvazione Ordine del Giorno “Regione Salento. Adesione ai principi ispiratori per la costituzione di una nuova regione che comprenda le province di Lecce, Brindisi e Taranto. Esame, approvazione e determinazioni”.

RELAZIONE ILLUSTRATIVA
Egregi signori,
io sottoscritto Angelo Minenna, nella sua qualità di componente del Consiglio Comunale di Ugento, ai sensi del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale art. , ed ai sensi del vigente Statuto Comunale (art. “Diritto d’iniziativa”) intendo in data odierna presentare il seguente Ordine del Giorno, avente quale titolo: “Regione Salento. Adesione ai principi ispiratori per la costituzione di una nuova regione che comprenda le province di Lecce, Brindisi e Taranto. Esame, approvazione e determinazioni”.
Stante il dibattito politico e culturale, che in questi giorni, anche per la nascita del Movimento per la costituzione della Regione Salento, sta animando tutta la comunità salentina, dai giornali alle tv, dal web alle radio e sino ai social network, intendo con la presente proposta, portare all’attenzione del Consiglio Comunale di Ugento, del quale mi onoro di farne parte, la discussione ed il dibattito serio intorno alla recente proposta, peraltro mai accantonata e che ha origini e ragioni storico – politiche lontane, di instituire quella che dovrebbe essere l’undicesima regione più grande e più popolosa d’Italia.
Già negli anni scorsi eminenti personalità del mondo politico ed istituzionale salentino, primo tra tutti l’ex presidente della Provincia di Lecce senatore Giovanni Pellegrino, hanno più volte lanciato l’idea del “Grande Salento”: vale a dire una più proficua unione sul piano politico, economico, infrastrutturale e sociale che doveva, anzi che deve sempre di più, vedere unite le tre provincie meridionali della Puglia (termine storicamente improprio e che non vuole dire nulla, tengo a sottolineare!!!), vale a dire quelle di Brindisi, Lecce e Taranto in un “unicum” sub regionale. Tutto questo, sicuramente nell’intenzione del presidente Pellegrino, prontamente sostenuto dagli allora colleghi di Taranto, Florido, e di Brindisi, Errico, di “fare sistema”, come spesso si usa dire in politica, a fronte di uno strapotere e di un incameramento maggiore di risorse da parte delle altre provincie che oggi compongono la Puglia. Non solo, ma tali motivazioni, prettamente a mio dire economiche, erano anche velatamente fondate sulla convinzione, tanto di una vicinanza territoriale e tanto da un comune sentire, da una affinità e promiscuità di visioni, idee, prospettive e, soprattutto, da un intreccio ancora vivo di comuni passioni, storie e tradizioni, di quell’area che, sino a quando il Fascismo non ne decise la scellerata soppressione, veniva chiamata “Provincia di Terra d’Otranto”.
Ritengo che, partendo da quelle motivazioni, e da tutto quanto storicamente e culturalmente sia patrimonio del dibattito intorno all’idea di un Salento che possa diventare regione a tutti gli effetti, sia il tempo di compiere il “grande balzo in avanti” da parte delle genti del Salento.
Il Salento ed i salentini non possono più aspettare. Tutta una serie di motivazioni geografiche, statistiche, economiche e, soprattutto, storico – culturali ci impongono una seria riflessione intorno a questo dibattito che sta animando i tre territorio anzidetti.
Cito soltanto tre motivazioni, secondo le quali in nostro Consiglio Comunale dovrebbe sposare, appieno e auspico all’unanimità questa battaglia oserei definire epocale: la Regione Salento serve per un’identità ed una tradizione storica troppo spesso sottaciuta; la Regione Salento serve per un fattore culturale come incentivo allo sviluppo economico, sociale e “sostenibile”da non mettere più ai margini; la Regione Salento serve per un migliore e maggiore sviluppo economico e sociale delle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto … un territorio come il nostro, infatti, ha innata la vocazione per una solida economia agricola, per una maggiore attenzione al turismo e alle infrastrutture ed ai servizi ad esso connessi, oltre a possedere insite anche discreti patrimoni dal punto di vista industriale, artigianale e manifatturiero.
All’interno del presente OdG, illustrerò meglio tutto quanto sopra esposto.
L’occasione è gradita per porgervi i miei migliori saluti.
Ugento, lì 8 settembre ’10

Angelo MINENNA
“ORDINE DEL GIORNO: “Regione Salento. Adesione ai principi ispiratori per la costituzione di una nuova regione che comprenda le province di Lecce, Brindisi e Taranto. Esame, approvazione e determinazioni”.
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE:
- La “Provincia di Terra d’Otranto”, quale realtà storica ed amministrativa, è sempre esistita. Essa comprendeva una estensione di oltre 140 Kilometri quadrati, e prese soprattutto corpo e vigore durante il periodo d’occupazione napoleonico, a partire cioè dal 1806. L’istituzione di tale provincia, che comprendeva grosso modo le attuali 3 provincie di Brindisi, Lecce e Taranto fu determinata da fattori culturali e glottologici di marcata differenza con l’attuale area che corrisponde alla Puglia.
- Nonostante le alterne vicende del Sud Italia prima e della nostra Patria poi, essa continua a sopravvivere, sino all’avvento del regime fascista, che ne decise la soppressione, fortemente voluta dall’allora podestà di Bari, Araldo di Crollalanza, insieme anche ad altre Provincie d’Italia.
- Con il crollo del fascismo e l’avvento della Repubblica democratica, durante i lavori dell’Assemblea Costituente, fu previsto sulla carta di prevedere ancora due regioni separate: la Puglia ed il Salento.
- Tuttavia, ciò scomparve anche dalle carte e dalle relazioni dei lavori della Costituente, tra lo sconcerto del presidente della stessa, il comunista Terracini, e lo sdegno ed il rammarico del deputato democristiano salentino Codacci Pisanelli: quindi la regione ionico – salentina non fu istituita insieme alle altre.
- Si decise allora di chiamare l’attuale regione col nome di “Puglie”. Nome anche questo poco usato e subito accantonato, ma che nelle intenzioni del legislatore sta anch’esso a delimitare ed a rimarcare una forte diversità tra il Salento, inteso oggi come area sub regionale, ed il resto della Puglia.
- Nel 1970, con l'attuazione delle Regioni, l'istituzione della Regione Salento sfuggì nuovamente e, anche questa volta, con la sensazione, per i salentini, di una crudele beffa, dato che il sogno dell'autonomia svanì per un solo voto.
- Nel 1987 la proposta di Legge per l'istituzione della Regione Salento (proposta di Legge Memmi-Meleleo) fu bocciata alla Camera dei Deputati.
- In tempi più recenti, l'autonomia del Salento è stata riproposta con il disegno di legge 4232/XIII, decaduto nel 2001 alla scadenza della legislatura, che prevedeva l'istituzione di una regione autonoma comprendente le province di Taranto, Brindisi e Lecce, quest'ultima con funzione di capoluogo.
- Nel 2006, grazie alla volontà dell’allora Presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, i Sindaci ed i Presidenti delle Camere di Commercio di Lecce, Brindisi e Taranto, unitamente ad i Presidente delle tre provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, rispettivamente Pellegrino, Errico e Florido sottoscrissero e promossero l’idea del “Grande Salento”. Una forte volontà di coordinarsi e di rapportarsi nel recepimento, soprattutto, di ingenti risorse economiche, tali da favorire lo sviluppo delle tre provincie nei campi del turismo, dei trasporti, delle infrastrutture e dei servizi, della cultura, della ricerca e dell’innovazione scientifica.
- Tanto infatti con la consapevolezza di un diffuso motto ricorrente nella testa di molti, esponenti del mondo politico e della cultura in generale, che recita “l’Italia finisce a Bari”, sottolineando una volontà precisa in molti casi, da parte dei governi nazionali e regionali, di favorire l’area a nord del Salento nell’ottenimento di strumenti e risorse atte a migliorare la vita dei cittadini ed a favorire uno sviluppo concreto e diffuso.
- Tutto questo supportato dalla riscoperta delle nostre radici storiche e delle nostre antiche tradizioni, consapevoli come salentini della nostra differenza con il resto della Puglia nel campo culturale, storico – identitario, e, perché no? , anche folkloristico, enogastronomico e, ci sia consentito, demoetnoatropologico. Per questo si ravvisava la necessità della nascita del “Grande Salento”, inteso come contenitore culturale, storico, sociale ed economico comune per gli abitanti dell’area ionico – salentina.
- Fatte queste considerazioni si evince come la Puglia, intesa come entità regionale, non è mai esistita storicamente, storiograficamente e innanzitutto culturalmente, mentre l’area ionico salentina sia da sempre stata considerata e assunta al rango di regione propriamente detta, autonoma e i territori che la componevano accomunati da un indissolubile e secolare legame di storia e tradizioni, che affonda le radici nella Messapia e prosegue, nonostante la voglia di nasconderli e di annichilirli.
CONSIDERATO E RITENUTO CHE:
- Il Salento ha tutte le carte in regola per spiccare il salto di qualità economico – infrastrutturale, e che ormai gli è stretta quella considerazione velata di “periferia” di una area regionale a cui non è mai appartenuto, se non per divisioni geografico amministrative imposte dall’alto e che soltanto una concreta autonomia, legata indissolubilmente ad un contesto nazionale di più ampio respiro, frutto delle battaglie risorgimentali per la conquista dell’unità della Patria e per l’emancipazione del popolo italiano dalle varie tirannidi locali o, peggio ancora, addirittura straniere.
- Di recente da più parti si leva la volontà da parte di soggetti politici, amministrativi e singole personalità di rilievo di tutto il territorio salentino di promuovere, attraverso quanto garantito dalla Costituzione democratica e repubblicana del nostro Stato, una più larga forma di autonomia dei territori di Lecce, Brindisi e Taranto.
- Tale autonomia, non solo politico – amministrativa, ma anche culturale e socio economica può realmente concretizzarsi solo con la costituzione di una regione che possa chiamarsi finalmente “Salento”.
VISTO E CONSIDERATO:
L’articolo 132 della Costituzione che recita testualmente “si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d'abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.”
- La volontà, inoltre, già espressa intenzionalmente da parte di numerosi Sindaci del Grande Salento, del Presidente della Provincia di Lecce dott. Antonio Gabellone, dei Sindaci dei tre Comuni capoluogo di Provincia, cioè Lecce, Brindisi e Taranto che si sono favorevolmente espressi alla costituzione della Regione Salento, o quanto meno di essersi dichiarati favorevoli affinché le popolazioni del Grande Salento si esprimano in merito, mediante apposito referendum popolare.
Tutto quanto sopra premesso, visto, considerato e ritentuto.
Sentiti gli interventi dei Consiglieri Comunali, allegati nel resoconto stenotipistico del presente Ordine del Giorno.
Visto il parere di regolarità tecnico e contabile, espressi secondo quanto previsto dal D.Lgs. 267/2000 Testo Unico degli Enti Locali.
Visto il parere della I Commissione Consiliare Permanente “Affari Generali, Statuto, Regolamenti, Decentramento e Partecipazione”, allegato mediante apposito verbale al presente Ordine del Giorno.
Con voti … espressi in forma palese e secondo quanto previsto dallo Statuto Comunale e dalla vigente legislazione in materia
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE
- A dichiararsi favorevoli all’indizione di un referendum popolare per l’istituzione della Regione Salento.
- A considerare seriamente tale strumento come utile alla crescita sociale ed economica di Ugento e del suo territorio, vista l’importanza storica che la nostra cittadina ha rivestito e riveste nel panorama culturale ed economico dell’intero territorio salentino.
- A porre in essere ogni iniziativa atta all’adempimento di quanto contenuto nell’articolo 132 della Costituzione Italiana, già espressamente citato nelle premesse del presente Ordine del Giorno.
- Ad inoltrare formale richiesta presso il Consiglio Regionale Pugliese della ferma volontà di questo Consiglio Comunale a dichiararsi favorevole alla nascita della futura Regione Salento.”
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